sabato 19 aprile 2008

I read this news and I'm freezing

http://www.corriere.it/cronache/08_aprile_19
/martino_schiavazzi_b923434c-0dde-11dd-a354-00144f486ba6.shtml
Ok,this morning I read this news, and, onestly, it's so ruthless. And this confirms my theory about the treatment of pain in Italy: who cares if people suffer, who cares, we are soaked of a culture who doesn't take serious the suffering. No morphine until you are almost dead, no painkillers in hospitals. And nobody cares if you are suffering. So we are came to the paradox of the death of a child, because nobody takes serious his suffering. Oh my God. This is the worst cruelty a bad understanding of a particular sense of a religion reachs. And this could be helpful to something? Nothing, nothing, because it's so rare that people think a lot about their old ways of life.

7 commenti:

Denis ha detto...

Sorry, I have to clash with one of your statement. You say that this is "the worst cruelty a bad understanging of a particular sense of religione reachs". But I don't think it's a BAD UNDERSTANDING. I think it's the straight consequence of a focus point contained in the catholic doctrine: the pain (the perception of pain, precisely) is one of the most virtuos tools of redemption. It's the RIGHT UNDERSTANDING of the crucifiction's trial. It's the brand of the holy daring able to face the suffering, because...

The sacrifice pay.

I agree with you, it's a cruelty. But it isn't a misunderstanding of the catholic doctrine. On the contrary, it's the backbone of the martyrdom's worship.

See ya!

P.S. Forgive my unrefined way to explain, but I'm not very skilled in English. You write in a plain manner, instead! Great job!

eclisa ha detto...

Well dear Denis,
you know that I'm not agree with you, because I don't want thinking really that this is the message of Christ. His first message is Love. The rest could be interpreted in many ways. All you write is true, but for the bad people who makes of catholicism "instrumentum regni". And doing so, you give them an other chance to spring their bad behavior. At least I have some hope in a good God, not much in the human beings. Probably at least I'm a believer.

Denis ha detto...

Perhaps you're a believer. Because a laic could never imagine to slip in a such rough simplification: HIS FIRST MESSAGE [referred to Christ] IS LOVE.

Christ is not an hippie, he's the same person who said to carry the sword and to turn the other cheek. And the destruction of Sodoma and Gomorra by the hand of the army's God [the Father of Jesus, just to remember you the kinship]? And the execution of the golden calf's worshipper ordered by the same god who wrote the Ten Commandaments [even the prohibition to kill]? And the Giobbe's trial? Maybe we can talk also about the Isacco's sacrifice as the proof the Moses faith?

So, the Jesus parable DOES NOT match (and even less exhaust) the catholic doctrine. Who can decide which is the TRUE message (the core, maybe?) of the Scriptures? And I wanna remember you that, as it's labelled in the Calcedonia's council, the Church (instrumentum regnii, in accordance with your definition) is another lawful source of dogma as the holy books... not only the side effect of the catholicism.

Saying that the Scriptures are variously interpretable, how could I give them (who, indeed?) another chance to spring their bad beahvior?

Otherwise, your last convinction is very distressing. As in the Heidegger's delirious yarning ["only a god can save us"] you take away the responsibilities of a proper behavior from the one and only ethic agent, the human being, instructing a "good God" to amend and regulate the social problems.

You would rather trust in a good God (a new divinity or just a clearer worlwide-spread revelation?) that in a better man.
But probably, at least you're a believer. Perhaps a modernized one.

eclisa ha detto...

Troppo complicato qui da scrivere in inglese: vedi, il punto è che non mi interessa. A parte che io ho scritto tre semplici cose e te ci hai fatto le fondamenta per un castello che non volevo costruire. Sarebbe troppo lungo... Io non tolgo nessuna responsabilità... Come si vede che non mi conosci bene...
E poi non si paragona il vecchio e il nuovo testamento. E poi IO mica voglio rifondare una religione. Non mi interessa di Heidegger, del concilio di Calcedonia, etc. Sono tutte cose che so. Non si parla di storia. Ma di un feeling. Io se devo pensare a qualcosa su Gesù non ne penso male. Punto. Non era un hippie. Opinioni, come le mie, opinioni. Mamma mia ma sono circondata di dogmatici. A partire da te a finire a Ratzinger. Ci mettete un impegno a cesellare ogni singolo punto del pensiero altrui. Ma su ste cose non paga la precisione secondo me, è un altro campo. Anzi facciamo così. E' un sentire apofantico. Più mistico.

_^[Sole]^_ ha detto...

Onestamente non trovo niente che possa ricondurre alla religione in quello che è successo al bambino. E' morto perché era in mano a incompetenti. Dio, Gesù, Sodoma, Gomorra, le Scritture e tutto il resto non c'entrano.

La dottrina cattolica del dolore è completamente fuori tema. Qui siamo di fronte a gente stupida che per presunzione ha sbagliato tutto. C'è gente che gioca a dottor House e non capisce quando c'è un bambino che sta morendo. C'è gente incompetente che a causa della routine prende sottogamba problemi che poi portano ad epiloghi tragici.

Ma la religione, in tutto questo, non c'entra niente.

Denis ha detto...

Per _^[sole]^_:

infatti io non ho mai detto che il caso del bambino avesse qualcosa da spartire con la religione. Io ho solo contraddetto Elisa sulla sua frase circa le interpretazioni sbagliate della religione (e della sofferenza umana, tema di questo intervento).

Per Elisa:

anzitutto non puoi rimproverare qualcuno per la lunghezza della sua risposta o la quantità di approfondimenti che desidera portare. Secondo punto, se tutta la religione fosse riducibile ad un feeling allora i conflitti tra confessioni diverse sarebbero pura fantascienza. Cosa ben augurabile, per carità. Ma non reale, come la Storia insegna (la medesima della quale non vuoi parlare). Gesù non era un hippie, ammetto la natura provocatoria della mia frase. Ma credo che si debba pensare di una persona qualcosa attinente a ciò che di lei si conosce, altrimenti diventa un "wishful thinking", un prodotto dell'immaginazione. Vale anche per Gesù, naturalmente. Un ultimo appunto - e non per qualche permalosaggine particolare. Se hai questa smaniosa voglia di darmi del dogmatico, spiegami perchè. Il tuo riferimento alla precisione ha poco a che vedere col dogmatismo. Dubito che la scrupolosità sia un sinonimo di idee adamantine. Visto che sono dogmatico e "cesellatore" ti lascio con un errata corrige: si scrive apofatico, una enne di meno.

Bye bye!

Anonimo ha detto...

Veramente inquietante. Davvero, ti lascia senza respiro, con il ventre duro dall'angoscia. Anche il racconto è decisamente crudo, forse un po' troppo teatrale, ma certo è che fa presa. Anche se quello che dice l'Elisa può essere vero, non mi pare che questo attaccamento al dolore riesca a permeare non solo la mente di alcune persone, ma il modo di fare di un intero reparto. Qui c'è sicuramente dell'altro, una complessità che difficilmente si riesce a incanalare in un unico (o anche solo in un principale) colpevole. Deminiz, ho letto un po' di quello che hai scritto (non tutto, sei vagamente prolisso) ma ti ricordo, che se è vero che nel Vecchio Testamento ci sono decine di esempi di crudeltà varie, il Nuovo Testamento (in particolare il Vangelo) nasce proprio come rottura rispetto al vecchio schema di Dio-padrone in favore di un Dio-padre. Poi non oso avventurarmi in una discussione filosofica/biblica, dal momento che non ho strumenti per sostenerla. Infatti il mio prossimo commento sarà "si stava meglio quando si stava peggio".